Sesso, droga e amigdala mediale
LUDOVICA R. POGGI
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 09 novembre 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
La metanfetamina (METH),
(2S)-N-metil-1-fenil-propan-2-ammina (IUPAC), con formula bruta C10H15N,
è l’N,α-difeniletilammina o desossiefedrina o fenilisopropilmetilamina,
tradizionalmente preparata farmacologicamente come cloridrato di D-metilanfetamina,
prescritta in passato in associazione a farmaci antiepilettici per rinforzarne
l’effetto o nelle indicazioni degli anfetaminici (narcolessia, ipersonnie,
obesità disendocrine, disturbi dell’attenzione nell’infanzia, ecc.) per il suo potente
effetto simpaticomimetico trova controindicazione assoluta in ipertesi e
cardiopatici. Appartiene, con amfetamina, metilfenidato, MDMA e cocaina, alla
classe degli stimolanti psicomotori con target iniziali le
molecole trasportatrici di dopamina (DAT), serotonina (SERT) e noradrenalina
(NAT o NET, da norepinefrina).
La diffusione della metanfetamina (o metamfetamina)
quale sostanza psicotropa d’abuso, nonostante i noti effetti tossici e
collaterali indesiderati, si deve in gran parte alla sua proprietà di accrescere
il desiderio sessuale e promuovere la tensione erotica e la motivazione
comportamentale verso il sesso opposto. In molti paesi, soprattutto dove questa
droga è diffusa tra adolescenti e giovani, si è registrato un significativo innalzamento
del numero di gravidanze non programmate e infezioni anche gravi trasmesse per
contagio sessuale, accanto alla comorbidità con vari disturbi psichiatrici.
Un progetto di ricerca realizzato in seno al Program
in Neuroscience dell’Università del Maryland a Baltimore ha consentito di
definire il meccanismo mediante il quale i neuroni di uno specifico nucleo dell’amigdala,
noto per un importante ruolo nel comportamento sessuale dei mammiferi, mediano
i processi della motivazione sessuale nelle femmine di ratto. Lo studio si è
avvalso di un modello sperimentale di accresciuta motivazione sessuale
realizzato mediante la contemporanea somministrazione di ormoni ovarici e METH
in ratti femmina.
(Rudzinskas S. A., et al. Sex, Drugs, and the Medial Amygdala: A
Model of Enhanced Sexual Motivation in the Female Rat. Frontiers in Behavioral
Neuroscience – Epub ahead of print
13: 203, 2019. doi: 10.3389/fnbeh.2019.00203. eCollection, 2019).
La provenienza degli autori è
la seguente: Program in Neuroscience, University of Maryland, Baltimore, MD (USA);
Departments of Veterans Affairs, Geriatric Research Education and Clinical
Center, Baltimore, MD (USA); Department of Pharmacology, University of
Maryland, Baltimore, MD (USA); School of Psychology, Georgi Institute of
Technology, Atlanta, GA (USA).
Ricordiamo che la categoria degli stimolanti psicomotori, cui
appartiene la metanfetamina con l’anfetamina, il metilfenidato, la
3,4-metilenediossimetamfetamina (MDMA) e la cocaina, assunti a piccole dosi
inducono loquacità, sensazioni di benessere, euforia, ridotta percezione di
stanchezza e riduzione dell’appetito alimentare. Al crescere delle dosi, si ha
quasi invariabilmente attività motoria intensa e ripetitiva, spesso
caratterizzata dalla comparsa di comportamenti stereotipati. Le alte dosi
possono produrre ipertermia, convulsioni, coma e morte. In questa classe
funzionale, varie molecole sono state sperimentate come farmaci-medicamenti,
per alcune l’impiego terapeutico introdotto molti anni fa è stato poi abbandonato,
mentre altre sono ancora prescritte nelle indicazioni classiche[1].
Come si è già accennato, il primo bersaglio degli stimolanti psicomotori
sono le proteine DAT, SERT e NAT; poi avviano l’adattamento neuronico mediante
la ripetuta elevazione dei livelli di monoammine e, infine, interessano il
sistema di segnalazione del glutammato e altri sistemi neurotrasmissivi
cerebrali. La trasmissione mediata dai recettori della dopamina include
numerose segnalazioni a cascata, che sono alterate della dipendenza da
stimolanti psicomotori.
Rudzinskas e colleghi hanno realizzato un modello sperimentale murino di accentuato
comportamento sessualmente motivato, nel quale hanno sperimentato gli effetti
della somministrazione contemporanea di METH e degli ormoni ovarici estradiolo
e progesterone nella risposta a stimoli evocativi dell’accoppiamento. Le
proprietà incentivanti dello stimolo sessuale sono state notevolmente intensificate
dalla somministrazione simultanea di MET e ormoni, e le misure dei
comportamenti sessualmente motivati in presenza di una traccia
androgeno-specifica.
I ricercatori presentano i meccanismi neurobiologici grazie ai quali questa
accresciuta importanza motivazionale attribuita agli stimoli è mediata dalle
azioni della difeniletilammina e degli steroidi sessuali femminili,
particolarmente l’ormone progestinico, nei neuroni del nucleo posterodorsale
mediale (MePD) dell’amigdala, ossia un sito integrativo di capitale
importanza nel definire il rapporto fra informazione sensoriale sessualmente
rilevante e attivazione cerebrale generalizzata. I meccanismi della
facilitazione della motivazione sessuale indotti da METH in presenza di
estradiolo e progesterone includono l’iper-espressione, l’accresciuta
fosforilazione e l’attivazione dei recettori progestinici (PR) nei
neuroni del nucleo MePD.
L’individuazione di questa regolazione dei recettori progestinici nei
neuroni dell’amigdala mediale specializzati nell’avviare la rete esecutiva del
comportamento sessuale, costituisce sicuramente una nuova acquisizione nella
neurobiologia della motivazione legata al comportamento riproduttivo delle
femmine dei roditori e, verosimilmente, anche degli altri mammiferi.
L’autrice
della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la
correzione della bozza e invita alla
lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella
sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Ludovica R.
Poggi
BM&L-09 novembre 2019
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Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484,
come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Gli anfetaminici sono ancora
impiegati nel trattamento della narcolessia, mentre la prescrizione nelle
obesità endocrine associate a rallentamento ideo-motorio è stata abbandonata. L’impiego,
ormai pluridecennale negli USA del metilfenidato (Ritalin) per il trattamento del
Disturbo dell’Attenzione con Iperattività (ADHD), è stato conservato, anche
perché alcune evidenze (Volkow & Swanson, 2008) hanno dimostrato che l’uso
terapeutico nell’infanzia non accresce il rischio di abuso di sostanze
psicotrope in età adulta.